Prebiotici: come possiamo alimentare i nostri batteri utili dell’intestino?

Prebiotici: come possiamo alimentare i nostri batteri utili dell’intestino?

Tutti noi siamo a conoscenza degli effetti positivi derivanti da una constante assunzione di probiotici ma abbiamo mai sentito parlare di prebiotici?

Come suggerisce la parola, i prebiotici sono delle sostanze, presenti nei cibi di tutti i giorni, che stimolano la crescita positiva dei microrganismi nel nostro corpo (spesso nell’intestino). Per questo motivo, è importante capire che avere un regime di dieta particolare oppure semplicemente seguire le proprie abitudini alimentari ha un effetto enorme sul nostro microbioma intestinale. Se un regime alimentare sano apporta grandi quantità di prebiotici nel nostro corpo e ci fa stare bene, un regime alimentare sfasato può essere alla base di molti problemi di salute. (Manning et al., 2004)

 

Cibi contenenti prebiotici (Photo by Fitonomy)

 

Fortunatamente, siamo circondati da cibi contenenti prebiotici ma semplicemente non ce ne rendiamo conto. Cicoria, aglio, porro, cipolla, asparago e banana, sono solo pochi di una lista di svariati prebiotici che ci aiutano molto a mantenere un microbioma intestinale ottimale di giorno in giorno.

Avere un microbioma intestinale sano non solo migliora il nostro sistema immunitario e quindi la resistenza verso i batteri patogeni ma riduce anche il rischio di cancro (Geier et al., 2006), il morbo di Crohn (Hedin et al., 2007), l’ipertensione (Yes et al., 2009) ed agisce anche come lassativo naturale (Roberfroid, 2010). In altre parole, avere una dieta sana può essere usata come prevenzione ma anche come cure terapeutica per condizioni di salute già preesistenti.

A differenza dei probiotici, i prebiotici non hanno una dose specifica da raggiungere o non superare. Gli effetti positivi derivanti dall’assunzione di prebiotici non dipendono dalla quantità (es. mangiare un spicchio di aglio oppure un aglio intero) ma più specificatamente dalla varietà. Quanti più cibi contenenti prebiotici diversi (es. inulina, pectina etc…) decidiamo di assumere, quanto più il nostro microbioma ne trarrà beneficio (Macfarlane, 2010).

Futuro della ricerca

Sfortunatamente, come i probiotici, i prebiotici sono un campo della scienza molto attuale e del quale se ne sta sentendo parlare solamente negli ultimi tempi. I primi studi ci rimandano indietro di circa vent’anni ma al giorno d’oggi è tuttora un’area inesplorata del quale sappiamo pochissimo. Di giorno in giorno, ci sono sempre più studi e scoperte relative a questo mondo ma per il momento possiamo cercare di fare del nostro meglio.

Iniziare con avere una dieta sana piena di prebiotici e assumere probiotici (come NAMI), sono entrambe attività per migliorare il nostro microbioma intestinale e quindi, a sua volta, la nostra salute generale.


Watson, R. and Preedy, V., (2010). Bioactive Foods In Promoting Health. London: Academic Press, pp.145-156. Scantlebury Manning, T. and R. Gibson, G., (2004). Best Practice & Research Clinical Gastroenterology. 2nd ed. Elsevier Ltd., pp.287-298. Geier MS, Butler RN, Howarth GS (October 2006). “Probiotics, prebiotics and synbiotics: a role in chemoprevention for colorectal cancer?”. Cancer Biol Ther. 5 (10): 1265–1269. doi:10.4161/cbt.5.10.3296. PMID 16969130. Hedin C, Whelan K, Lindsay JO (August 2007). “Evidence for the use of probiotics and prebiotics in inflammatory bowel disease: a review of clinical trials”. Proceedings of the Nutrition Society. 66 (3): 307–315. doi:10.1017/S0029665107005563. PMID 17637082 Yeo SK, Ooi LG, Lim TJ, Liong MT (2009). “Antihypertensive properties of plant-based prebiotics”. Int J Mol Sci. 10 (8): 3517–30. doi:10.3390/ijms10083517. PMC 2812835. PMID 20111692. Roberfroid M, et al. (2010). “Prebiotic effects: metabolic and health benefits”. Br J Nutr. 104 (Suppl 2): S1–63. doi:10.1017/S0007114510003363. PMID 20920376

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