Probiotici come disinfettanti, riducono le infezioni ospedaliere

Probiotici come disinfettanti, riducono le infezioni ospedaliere

Studio italiano, agenti a base di microbi per pulire i reparti

Articolo pubblicato da ansa.it il 01.03.2019

Disinfettanti biologici a base di probiotici (come i batteri intestinali o i fermenti in commercio) sono efficaci contro le infezioni ospedaliere, riducono la presenza di ceppi antibiotico-resistenti, riducono i casi di infezione e anche i costi correlati.     La conferma arriva da uno studio italiano di lungo corso svolto tra Università di Ferrara, Udine e Bocconi e pubblicato sulla rivista Infection and Drug Resistance.     Solo lo scorso anno un altro lavoro (su Plos One) testimoniava gli ottimi risultati dell’uso dei probiotici al posto dei classici disinfettanti ospedalieri a base di cloro.     I probiotici puliscono pavimenti e superfici dei reparti scacciando via i germi pericolosi ( In realtà i batteri utili prendono lo spazio dei germi patogeni evitando che si riproducano, fonte NAMI ). Questi stanno divenendo via via sempre più resistenti ai disinfettanti tradizionali.     Le Infezioni Correlate all’Assistenza ( sono infezioni acquisite in ospedale o altri ambiti assistenziali: day hospital, assistenza domiciliare, surgery, lungodegenze, che non erano manifeste clinicamente né in incubazione al momento dell‘ammissione, ma che si manifestano, in genere dopo almeno 48 ore dal ricovero, durante la degenza stessa o dopo le dimissioni fonte  World Health Organi Organization, OMS ) rappresentano un problema globale che coinvolge fino al 15% dei pazienti ospedalizzati nel mondo. In Europa 3,2 milioni di pazienti acquisiscono un’ICA ogni anno, 37 mila muoiono come diretta conseguenza di tali infezioni. I microrganismi utilizzati in questo studio (tre tipi di Bacilli) non sono molto diversi da quelli presenti nel microbiota intestinale umano. Si usano come normali disinfettanti, o con panni pre-impregnati con una soluzione contenente i microrganismi non patogeni per i pavimenti, o formulazioni spray per arredi e superfici verticali.     In questo studio durato in tutto un anno con il coinvolgimento di circa 12 mila pazienti e oltre 30 mila campioni (da superfici ospedaliere etc) analizzati è emersa una riduzione dell’83% dei patogeni isolati su superfici e una riduzione significativa (70-99,9%) dei geni di resistenza ad antibiotici. Nel caso dello Staphylococcus aureus (che gioca un ruolo chiave nelle infezioni ospedaliere), le tracce isolate dopo l’uso dei probiotici erano del 63,9-93,5% meno resistenti agli antibiotici.     In media si ha una riduzione del 52% delle infezioni ospedaliere, del 60,3% nell’uso di farmaci, del 75,4% dei costi correlati alle infezioni. Da oltre 10 anni NAMI collabora con la facoltà di microbiologia dell’ Università di Ferrara e particolarmente con la dott.ssa Vandini Alberta che ha curato nello specifico la ricerca di cui si parla nell’articolo. La ricerca è iniziata a gennaio 2011 e terminata a giugno 2015 ( 3 anni e mezzo ), il team da lei condotto ha eseguito 14.400 campionamenti sui diversi luoghi ( Degenza di Medicina e Poliambulatori)  di una casa di risposo. Questo studio è stato possibile grazie al finanziamento di una società Belga che ha voluto dimostrare l’ efficacia dei probiotici al posto dei normali detergenti. Alla fine del 2015 si sapeva tutto quanto sopra ma sembra che il mondo della stampa se ne sia accorto solo ora , forse grazie all’inserimento nella comunicazione di Università “altisonanti”.  Questo studio è stata presentato dalla dott.ssa Vandini al seminario NAMI di ottobre 2018 e sarà integrato anche in quello di Aprile 2019 in quanto lei continua la sua collaborazione essendo un’esperta del settore. Nei paesi del nord Europa la pulizia con probiotici è già in atto e con grandi benefici, noi ci stiamo impegnando a diffondere questa cultura anche in Italia

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